L'ultima intercettazione [2^parte]

La prima parte QUI


La mattina successiva ritroviamo i tre, visibilmente provati a causa della notte insonne, sulla banchina, alla ricerca di un Taxi.

Cagliari è lì, davanti a loro. La sentono ostile, infatti le prime parole di Grazia sono: “ma dove siamo finiti, questo non è nemmeno il terzo mondo, è il porco mondo!!”

Dopo un attimo di esitazione Grazia prende il comando del gruppetto, si avvicina ad un tassista e: “Ehm, excuse me, noio volevan savuar l’indirizz di…”

Il tassista non la fa finire: “brutta grezza, ma cosa stai, dicendo?”

Grazia: “ma allora parlate italiano?”

Tassista: “certo merdaccia, dove crede di essere, in Uganda? Ma vedi un po’ questa!! Dove vi devo portare? Ah, no, non me lo dite!! Vi porto a Santa Gilla?”

Grazia: “Santa Gilla? E cos’è?”

Tassista: “Come cos’è? E’ dove c’è lo stabulario, non state andando a far visita alle vostre sorelle?”

Grazia, Paky e Roberta insieme: “sorelle?!?!”

Tassista: “si, le vostre sorelle cozze!! Non mi vorrete dire che dei molluschi come voi non fanno parte della famiglia delle cozze? Mi viene l’epatite fulminante solamente a vedervi, siete verdi!!


Ma che avete fatto stanotte in nave? Avete vomitato la zuppa di piselli controvento?”

Grazia: “basta!! Stop!! Ne ho abbastanza dei tassisti, non ci saliamo sul suo taxi, andremo a piedi”

I tre quindi iniziano a camminare per le via della città, fermandosi di quando in quando a chiedere informazioni. “Scusate, sapete indicarmi la strada per Pirri?”

La risposta della maggior parte di persone è la stessa “Ta dannu, basceisindi leggiusu chi non seisi atrusu!!” (alcuni complimenti in sardo), tuttavia qualche buon samaritano gli da le informazioni giuste, per cui pian pianino i tre arrivano in via della Giovane Italia, dove si uniscono alla piccola folla che si era nel frattempo raggruppata sotto casa Carta.

Grazia ricorda ai tre la loro missione che è quella di riuscire a far dare alla Nonna Elsa un morso alla mela incantata, per cui chiede ai suoi due compagni concentrazione, guai se qualcuno si accorgesse della loro vera identità.

Arrivati sul posto, un grande coro li accoglie, anzi, un boato: “Grazia Grazia vaffanculo!! Chi non salta Di Michele è, è!!”. La folla è già riscaldata!!

Grazia, visibilmente imbarazzata, chiede informazioni ad una ragazza (non proprio ragazzina): “mi scusi, noi tre siamo dei fans di Marco, vorremo salire a casa sua, per ringraziare la famiglia per aver cresciuto un ragazzo così stro……ehm….straordinario!! Siamo venuti da lontano per salutarli”

Ragazza: “ma siete per caso passati dal canale di Mammarranca a nuoto per arrivare sin qui? Pitticcu su fragu (che buon profumino avete addosso)!! Non si preoccupi bertuccia, niente di più facile, bussi ed entri!!”

Grazia: “così semplice? Ma è una casa privata, non si seccano?”

Ragazza: “nessun problema, almeno, così credo. Io non ho mai chiesto nulla, entro e chi se ne frega se potrei dare fastidio”

Grazia: “grazie tanto, allora busso. Anzi, entro direttamente senza bussare!!”

I tre si trovano così in casa Carta, proprio nel momento in cui inizia la serata finale del Festival e si leva alto un nuovo e già ascoltato grido, intonato dai tanti presenti: “chi non salta Di Michele è, è!! chi non salta Di Michele è, è”

Passano diversi minuti, un’attesa nervosa e emozionante per i presenti, anche se per motivi opposti. Chi spera nella vittoria e chi spera in una debacle totale. Infine entra Marco sul palco. La tensione si taglia a fette.

Qualcuno fa gli scongiuri “merda, merda, merda”. Altri ne fanno di più suggestivi, suscitando l’ilarità generale “Grazia, Roberta, Pasqualino!!”

Marco canta e, come nelle altre serate, è straordinario. I presenti sono catturati dalla sua voce, lo schermo sembra quasi attirare verso se, come se fossero di polvere, le loro anime.

Terminato di cantare, ecco l’applauso, le urla, i baci e gli abbracci.

Grazia guarda i suoi due complici, un bisbiglio, “ora o mai più!!”

Ed è così che in mezzo a questo felice, smisurato chiasso, si ode una vocina, prima lieve, poi sempre più alta. “Viva Marco Carta, lo sapevo che è un grande pezzo di merd…. Ehm, di meraviglioso ragazzo!! Brindiamo per il suo successo e per chi lo ha allevato per una vita!! A nonna Elsa!!”

La nonna Elsa si guarda intorno imbarazzata, non aveva mai visto uno schifo del genere, per di più in casa sua. Stando attenta a non farsi sentire, sorridendo comunque come una persona educata deve fare, e rivolgendosi alla zia Cristina sussurra “Crì, chi è quello sgorbio? Ricordati Crì, domani chiamiamo la ditta per far disinfestare l’appartamento, se no l’epatite fulminante non ce la toglie nessuno. E poi, bisogna installare nel portone di ingresso il merdal detector, così certe persone da ora in poi resteranno fuori!!”

Grazia, imperterrita, continua: “Viva nonna Elsa. Brindiamo tutti insieme!!”

Ed ecco che arriva l’attacco finale: “Nonna, nonnina, ho portato una mela, dai, mangiane un pezzo, dalle un morso, per la vittoria di Marcolino tuo! Hip hip Hurrà!!”




Il gelo scende nella casa, il salone si trasforma in un saloon e sembra quasi di vivere una scena di un film di Sergio Leone, “La buona, la brutta, la cattiva”. Non c’è bisogno di scrivere chi delle due interpreta la brutta e la cattiva (due parti in una, un vero talento naturale)!! Le due donne si guardano dritto negli occhi, si scrutano, si sfidano. Al posto della pistola, una mela. Come nell’eden, ma non c’è Eva. Come per Paride, ma non c’è Venere.

Nessuno dei presenti fa in tempo ad accorgersi che una goccia di sudore, scendendo sulla fronte di Grazia, riga il trucco come un ruscello riga i campi in fiore.

Infine: “Va bene, dammi la mela, ne mangerò un pezzetto!!”

Nonna Elsa da un morso alla mela e:

“AHAHAHAHAHAHAHAHA, FINALMENTE, VECCHIACCIA!!! HAI MORSICATO LA MELA!!!! E IL TUO CARO MARCO PERDERA’ LA FINALE!! NON VINCERA’ MAI A SANREMO!! AHAHAHAHAHAH. SAI COSE’ TUO NIPOTE? UNO STRONZO, AHHHHH, FINALMENTE LIBERA!!!”

Tra i presenti lo sbalordimento è totale, il colpo di scena, pardon, di scema li prende in contropiede. Ora tutti si accorgono che il trucco di Grazia inizia a sciogliersi in tutto il cess… ehm, viso.

“Ceeee, guarda!!” “Noooo, non è possibile, disgrazia!!”.

La ragazza (non più ragazzina): “non è possibile, ha fatto come il cavallo di Troia per entrare in casa, il cavallo non c’è più ed è rimasta lei”

Nel giro di qualche secondo viene legata ed imbavagliata alla sedia. Sembra un cowboy legato al palo del totem, e la tortura è, indovinate, assistere al trionfo di Marco, vincitore del 59° FESTIVAL DELLA CANZONE ITALIANA!!!!

Così per tutta la notte è costretta ad assistere alla festa organizzata dai familiari e dai suoi fans, festa che si protrae fino alle prime luci dell’alba, quando il mio amico registra una conversazione tra le stanchissime Zia Cristina e Nonna Elsa.

Zia Cristina: “ora che ne facciamo della ciofeca?”

Nonna Elsa: “non so. A che ora passa il camion? Quello dell’organico umido?”

Zia Cristina: “fra 10 minuti circa. Lo facciamo? La mettiamo lì?”

Nonna Elsa: “e dove se no? Nella Carta e Cartone no di certo!! Dai ragazzi, aiutateci a gettarla nell’umido organico!!”

E così fu fatto!!!!!

Due giorni dopo, al termovalorizzatore di Acerno, gli addetti si trovano di fronte ad un atroce dilemma. In quale cassone smistare quel fagotto verde? Umido, no!! Carta, no!! Plastica, no!! Vetro, no!!



Viene infine ideato un nuovo cassonetto, da affiancare agli altri già esistenti:




Per dovere di cronaca i due complici di Grazia scapparono subito da casa Carta e se ne sono perse le tracce. Meglio così, o no?

CPuddu