Marco, inedito.

Marco finalmente a suo agio.

Marco un fiume in piena, oramai parla di se' dall'alto della sua consapevolezza.
Ha una visione intelligente e chiara delle cose della vita.
Marco l'onda anomala che ha inondato Sanremo.

Marco come un robusto galeone ha circumnavigato l'Italia ed ha toccato le coste e i cuori dei suoi abitanti. Come il mare invade la spiaggia e trascina con se' la nostra anima e ci culla con la sua voce.
Marco che apre il suo cuore e svela la sua poesia.
Marco che ancor oggi porta con se' le sue sofferenze: la mancanza del papà, una mamma che lo ha tanto amato e, non volendo, lo ha dovuto abbandonare al suo destino. Una famiglia che distrutta, ma unita dal dolore, gli ha voluto tanto bene.
E Marco gioioso che combina marachelle proprie di un fanciullo comunque sereno.

Insegnanti che lo hanno escluso, e deluso. Tanto che, ancor oggi, e' capace di descrivere l'immagine della sua delusione e del suo pianto, le sue parole ci dicono del "pianto lungo quanto la strada del ritorno" dopo un provino a cui teneva tanto, un "pianto lungo come le scale di Piazza di Spagna", immaginandolo anche noi camminare solo soletto con il suo rammarico di non avercela fatta.
Non uno spazio temporale, un 'ora, due, ma lungo come un percorso che faticosamente deve percorrere perche' la vita vuole cosi' .
Riprovare e riprovare come un Don Chisciotte ed i suoi mulini a vento, ma poi vincere, esile ma tenace, ed arrampicarsi con le unghie per non cadere e non essere trascinato giu' dall'invidia altrui.
L'insegnante che con fiducia ne ha curato il talento e fatto germogliare la sua sfaccettata ed interessante personalita'. Persone che hanno creduto in lui e che puntano sul suo futuro. Tante, tantissime.
I professionisti del suo ambiente di lavoro ma anche la gente semplice, che a Marco piace tanto, perche' da essa riceve un'amore disinteressato e incondizionato.

E' il suo pubblico che lo segue e lo sostiene, ovunque.

E Marco si lascia amare, e noi lo amiamo.
Ora Marco ne e' consapevole, e coscientemente sorvola su cio' che lo fa soffrire e plana verso cio' che gli da soddisfazione.
Con il gran dono della leggerezza.
Puo' volare e allora vola.

Prova piacere nel trasmettere agli altri la sua serenita' e la sua gioia di vivere, la sua gioia di cantare, e cantare e' la sua vita.
Non dimentica il rispetto per gli altri e non dimentica chi ha bisogno. Dona.
Marco vola, ma ha i piedi ben piantati in terra, sogna, ma ad occhi ben aperti.
Marco guarda lontano con candido ottimismo e grande emozione e noi seguiamo il suo sguardo.

Sediciaprile
Cuor di Cartona