Il Cartastorie: Preludio

Mi allento il nodo della cravatta. Ho caldo,ho freddo,il mio corpo parla un linguaggio indecifrabile e autonomo alla mente.

Avanti e indietro,passi lenti,in questo quadrato

ovattato,mi giungono voci; bisbigli,risate,i ragazzi della band,addetti alla sicurezza,

manager....vicine e così lontane.

Respiro,scaldo la voce,vocalizzi rochi e lunghi.

Appoggio le nocche al muro,improvvisamente bianche,dove è il sangue?

Affluisce veloce,al cuore,al cervello,palpiti di timore,più potenti di ogni convinzione.

Ho il mare in tempesta dentro; onde schiaffeggiano gli scogli,prorompenti,beffarde,

boati sordi senza sosta.

" Che sono queste stronzate?

Sono un privilegiato,è quello che ho sempre desiderato,

è la mia vita! "

E' la risposta muta che mi restituisce lo specchio in cui affondo i miei occhi che urlano

dall' anima.

Il tempo che mi separa dal palco,granelli di sabbia di una clessidra che pare eterna,infinita.

Si spengono le luci,irrompe l'intro acuto e struggente della chitarra............

Il mare si placa e io canto.

ANNAVITA