A COME ALBERI

Rileggendo questo libro mi è venuto in mente di abbinare alcuni personaggi di Amici ad un albero…a voi indovinare l’abbinamento!

LE VOCI DEL BOSCO – Mauro Corona
"Ho passato quasi cinquant’anni di vita nel bosco e ho parlato con gli alberi. Gli alberi non si spostano ma possiedono un loro carattere che comunicano in vari modi, anche con la diversa reazione che hanno nei confronti di chi li tocca. In queste righe si parla di loto e di uomini: a volte bene e altre male…..e così il cattivo proverà simpatia per il sambuco….il buono per il larice…il sempliciotto per il faggio e via dicendo….”

Maggiociondolo

Nella concretezza risiede la nobiltà del Maggiociondolo. E’ come l’amico fedele che rimane nell’ombra ma è pronto ad intervenire nel caso di bisogno. Di lui ti puoi fidare. Disponibile al sacrificio, è un legno speciale anche per la stufa e produce un fuoco gagliardo di un bianco incandescente che riscalda l’anima prima ancora del corpo. E’ generoso e quando stai scivolando non si comporta come la muga traditrice, ma ti sostiene e ti incoraggia. Non ha bisogno di affetti né li vuole. Non dipende da nessuno e affronta la vita schivo e riservato. Non disprezza l’amore ma neppure lo cerca.
…..è un albero che sa invecchiare senza il patetico bisogno dei cosmetici antirughe. Come ogni cosa preziosa data dalla natura, è raro, e, nel bosco solo dopo aver incontrato cento faggi trovi forse un Maggiociondolo

Carpino Nero

Si andava a cercare i Carpini neri nelle zone “magre”, sui costoni pietrosi....il Carpino ama il terreno sassoso dove gli stenti incurvano la vita. Cresce sfruttando quello poca sostanza che la natura gli concede. Si nutre di rari e preziosi cristalli, succhiati dalle radici alla madre terra, che lo rendono negli anni di una compattezza marmorea.
Non può crescere veloce come l’Abete bianco….il Carpino viene su lento e stentato e ogni suo centimetro di statura è una faticosa e dolorosa conquista. Di carattere testardo, cresce storto, ossuto, inquieto e ramingo. Nelle fattezze vi si legge un dolore antico e impenetrabile. E’ un solitario e ama fissare l’orizzonte….quel sentimento chiamato amore rappresenta per lui un problema difficile: un Carpino sposò una Betulla di cui si era invaghito ma quando lei volle mettere le tendine alle finestre e chiamò i ragni per tesserle l’abbandonò. Voleva vedere brillare le stelle e camminare la luna e trine e tele glielo avrebbero impedito

Oltre alla nobiltà, all’invidia alla povertà e alla serietà nel bosco c’è anche la cattiveria. Tra gli alberi esiste la cattiveria dell’arroganza, del tradimento, dell’astio, quella taciturna (la peggiore) e tante altre, come tra gli uomini del resto.



Pino mugo

La Muga è la cattiva d’eccellenza. Subdola di natura, cresce falsa e disonesta ed è anche rompiscatole. A differenza dell’Agrifoglio che tiene per sé la cattiveria come un vecchio lupo solitario, lei la dispensa a piene mani al prossimo.
Come tutti i vili sta col branco e, al pari dei noccioli e dei sambuchi, trae forza dal numero. Vive in alta quota. Di lei appare solo un ciuffo verde poiché nasconde il tronco sotto terra dove si sviluppa anche per 15 metri. Se la stringi ti da l’idea di affidamento e a volte tiene. Ma se gli stai antipatico, e in un pendio ripido ti aggrappi a lei per tirati su, ecco che ghignando fa “crac” e ti molla di sotto.

Sambuco

Mentre l’Agrifoglio fa vedere immediatamente la sua cattiveria, il Sambuco, gracile ed inutile, ma che nasconde progetti ambiziosi e violenti, la tiene nascosta come tutti i meschini. Sono teneri i sambuchi! Con una strizzata di mano ne potresti uccidere un centinaio, ma devi sempre stare attento. Rompendosi producono schegge affilate come lamette che ti possono dilaniare. Si sentono inferiori e come tali tengono il coltello in tasca pronti a farlo scattare senza il minimo preavviso.

Carla