Processo alla verità

Eccolo, è qui che è iniziato il suo percorso…e con lui il nostro. Lo abbiamo visto nascere con quel suo muoversi goffo, il suo parlato marcatamente sardo, la sua ironia, la sua malinconia. Lo abbiamo visto denigrato, offeso, e continuamente giudicato da persone che si ergevano a giudici, non soltanto del suo talento e del suo canto, ma della persona Marco. I giudici lo hanno portato a dire “HO FALLITO”.
Ha pianto..e noi con lui. Si è rialzato e ha combattuto, testimone della sua verità, prepotente nella sua età, sicuro di potercela fare. Il processo era in atto, ma lui aveva dalla sua una cosa: la sincerità

Giudice: Giuri di dire la verità, tutta la verità nient’altro che la verità.
Testimone: La verità
G: No, deve dire:giuro di dire la verità
T: Ma io non voglio mentire. Se giurassi di dire la verità allora mentirei
G: Dunque lo vede, Lei non vuole essere sincero.
T: E’ che proprio perché voglio essere sincero non posso giurare. Io non posso giurare di dire la verità perché quale sia la verità io non lo so, nessuno lo sa.
G. Come può non conoscere la verità se tutti sanno che Lei è al corrente dei fatti del processo?
T: Si, sono al corrente dei fatti per come io li ho capiti, ma io non so la verità. Signor Giudice io posso giurare di essere sincero ma se Lei mi fa giurare di dire la verità mi fa giurare il falso perché io mi impegno a comunicare qualcosa che so di non conoscere. Tra mentire e dire il falso ed essere sincero e dire la verità c’è una bella differenza. Io posso mentire e dire la verità o essere sincero e dire il falso.
G: Ma se i testimoni presentano delle dichiarazioni tra loro conformi..?
T: Ma la realtà non è un fatto di democrazia per cui la maggioranza vince. Se guardiamo uno stormo di uccelli con uno fuori formazione non è detto che anche lui sia fuori rotta, potrebbero esserlo invece tutti gli altri.
G: Insomma per Lei la verità non esiste.
T: Beh, non arrivo a dire questo altrimenti anche questa asserzione non sarebbe vera. La verità non è ciò che crediamo essere vero, ma ciò che riteniamo credere vero. Quando mento invece ritengo di non credere. Quindi non basta credere o non credere. Bisogna ritenere di credere e di non credere. Mi creda, sono sincero quando affermo di non dire la verità; è solo così che io mi sento vero.
G: Se le parti processuali sono d’accordo rinuncerei all’audizione di questo testimone.
T: Grazie, spero che Lorsignori si siano convinti che la verità non si può conoscere, si può soltanto credere.
Da Gulotta “Trattato della menzogna e dell’inganno”

I giudici abbassarono la testa, non di certo per umiltà.
Atri giudici accorsero, non contenti del sistema giustizia che andava affermandosi. Fu cosi che Marco, allantonatosi dalla pseudo-aula di giustizia, potè toccare man mano il suo trionfo.
40.000 furono i giudici che sposarono la sua causa, non “proclamando verità” ma urlando al mondo “ IO CREDO IN TE”.
La sua strada stava iniziando e i nuovi giudici pubblicarono ovunque fosse possibile la sua testimonianza: “la verità non si può conoscere, si può soltanto credere”

E questo, era soltanto l’inizio ....